La giovinezza


Gregorio a vent'anni vide profilarsi nella nostra patria una nuova grande minaccia: l'invasione longobarda. I Longobardi, scesi dal nord, passarono le Alpi e si fermarono in Italia, dove iniziarono una nuova vita in comune con le popolazioni della penisola ancora sbandate e indebolite dopo la caduta dell'Impero romano.
Abbiamo già detto che Gregorio discendeva da una gloriosa e facoltosa famiglia romana, che apparteneva alla “gens Anicia”. Quando Gregorio ereditò la potenza economica della sua famiglia, la destinò totalmente ai poveri e fondò, oltre al monastero del Celio (sul palazzo avito), altri sei monasteri in Sicilia nei possedimenti di famiglia.
Il nome di Gregorio, di origine greca, corrisponde al latino “Vigilator” o “Vigilans”. E infatti, osserva Paolo Diacono, “egli fu vigilante per sè in quanto, obbedendo ai divini precetti, visse lodevolmente; fu vigilante per i popoli fedeli, in quanto manifestò le cose celesti con l'abbondanza della sua dottrina".
Gregorio, giovanissimo, si dedicò a rigorose pratiche ascetiche martoriando il corpo con cilici, veglie e digiuni, la sua salute ne risentì per tutta la vita.







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