Papa


Nella primavera del 586 papa Pelagio II richiamò a Roma Gregorio come suo consigliere. Gregorio poté rientrare nella pace del suo monastero al Celio, ma fu per breve tempo. L'autunno del 589 fu per l'Italia una stagione calamitosa e per Roma addirittura catastrofica.
A Verona, l'Adige straripato giunse fino alle più alte finestre dell'antica basilica di S. Zeno. Ma ben peggio fece il Tevere che inondò Roma con tanta violenza da far crollare antichi edifici e da devastare quasi totalmente i depositi di grano della Chiesa. Seguì una pestilenza, che scoppiò verso la metà di gennaio del 590: papa Pelagio II fu tra i primi ad esserne colpito e in breve tempo morì. La mortalità del popolo fu enorme e Roma cominciò a spopolarsi. Provata da tante calamità la popolazione vide la necessità di avere subito un nuovo pastore e la scelta unanime cadde su Gregorio. Il popolo accorse al Celio per acclamarlo Papa. Egli cercò in tutti i modi di sottrarsi e scrisse persino all'imperatore scongiurandolo di non ratificare l'elezione popolare; ma alla fine pur non riuscendo a nascondere il suo turbamento, accettò e fu consacrato vescovo di Roma il 3 settembre del 590 nella basilica di S. Pietro. Nel febbraio del 591, all'inizio del suo pontificato, così scrisse ad Anastasio, arcivescovo di Corinto: “ ... siccome non è concesso opporsi a quanto il Signore dispone, con spirito di obbedienza mi sono sottomesso a ciò che la sua mano misericordiosa vuol fare di me”.




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